YOU ARE AN IRONMAN (di Roberto Baratti)

Ok, partiamo dalla fine: “Roberto…., cuore grande…., you are an ironman…”

Dopo il rinvio per covid dell’edizione 2020, finalmente il 18 settembre 2021 mi sono trovato alla partenza dell’Ironman Italy, Emilia Romagna, a Cervia. L’ironman è una gara di triathlon che consiste nel percorrere 3,8km a nuoto, 180km in bicicletta e 42,195km di corsa.

L’ansia era ormai mia compagna di vita da un paio di mesi, il pensiero sempre fisso alla gara. Mi chiedevo: ce la farò? Mi sarò allenato a sufficienza? Il mare sarà calmo? Ci sarà caldo? Freddo? Pioverà? Le meduse? La bici? 180km non li ho mai fatti….e poi la Maratona…dopo nuoto e bici… ce la farò?

La partenza per Cervia è fissata per il giovedì, mi accompagna Piero Montilla che come me, avrebbe dovuto partecipare, ma per vari problemi fisici, non ha potuto allenarsi. Il giovedì è anche giorno di ritiro pacco gara. Uno zaino…. 700€ d’iscrizione…cosa vuoi aspettarti di più…?!?

Il mattino seguente, vigilia di gara, decidiamo assieme a Stefano (un ragazzo del gruppo Neofiti, progetto della rivista Triathlet e Runningzen al quale con Piero, avevamo aderito già dal 2019 con l’intento di finire il 70.3, il mezzo ironman) di provare le sensazioni in partenza. La missione è dare un’occhiata al percorso in mare, la disposizione delle boe, a che distanza dalla riva si dovrà nuotare. Pertanto alle ore 8, ci infiliamo la muta e ci dirigiamo verso la zona partenza. Piero documenta tutto con foto e filmati…vogliamo arrivare alla prima boa, virare verso la seconda e fare rientro in spiaggia. 1000 mt circa. Ma soprattutto cercare di anticipare le paure e le ansie che ci si presenteranno l’indomani. La mattina è bellissima. 18 gradi. Un bellissimo sole rosso si alza dal mare piatto. Ci buttiamo e subito mi manca il fiato. Niente di nuovo, mi succede tutte le volte che mi butto in mare per una gara di triathlon. Con l’esperienza però, ho più o meno imparato a gestire la situazione e piano piano, bracciata dopo bracciata l’ansia mi passa e comincio a nuotare decentemente verso la prima boa. La raggiungo, siamo a 500 mt da riva. Bene. una paura, quella della lontananza da riva è scongiurata. Svolto verso la seconda boa e tac…vengo beccato in piena faccia da una medusa. Brucia cazzo…brucia di brutto. Mi spavento e comincio a bracciare velocemente verso riva. Nuoto..nuoto…e mi accorgo che lentamente il bruciore si attenua…arrivato in spiaggia, non sento quasi più nulla…sono solo un po’ arrossato. Bene. anche l’incontro con la medusa è andato. Se dovesse succedere in gara, ho provato che Il bruciore dopo un po’ passa…bene, ma per sicurezza andrò in farmacia a prendere un repellente.

Venerdì pomeriggio. È tempo di consegna bici in zona cambio. Ansia alle stelle. La nausea aumenta. Chiedo a Piero di aiutarmi per l’ennesimo inventario di tutto quello che potrebbe servirmi.

In zona cambio vi possono entrare solo gli atleti. Si entra con casco ben allacciato, pettorale, braccialetto, sacca blu (con necessario bike) e sacca rossa (necessario run) ben in vista. L’area è lunga circa 600mt per poter contenere circa 3000 biciclette. È sul lungomare, va dal bagno Fantini fino alla pineta di Pinarella. Ci si entra, per disposizione covid dalla parte della pineta e si esce dal bagno Fantini. Ogni atleta deve mettere la propria bici in corrispondenza del proprio numero di pettorale. Il mio è 1817. In corrispondenza dell’ingresso dell’hotel Gambrinus. Ci sono…., suona il telefono proprio mentre sto per appoggiare la bici. È la Meli, mia moglie. È arrivata a Cervia con Francesco e Diletta, i miei primi fans. Parte il primo magone d’emozione. Con loro anche Alessio, Silvia e Federico. I nostri vicini di casa. Alessio, la domenica, correrà e  farà un tempone sul 70.3. 5h e 2 minuti. Io, nel 2019, avevo impiegato 40 minuti in più. Continuo nella preparazione zona cambio, ennesimo inventario. Sacca blu: scarpe bici, calze, casco, occhiali, integrazione, asciugamano, antivento….sacca rossa: scarpe run, cappello, integrazione…che ansia…

Ho fatto, esco dalla zona cambio e con il qr code sul braccialetto mi viene consegnato il chip di cronometraggio. Raggiungo l’hotel, un abbraccio ai miei cari ed è già ora di cena…cenone direi: abbondante pasta in bianco, petto di pollo ai ferri e patate lesse…una volta un collega, vedendomi mangiare in questo modo mi disse: “tu fai una vita da malato per morire sano”…in realtà io, a tavola, sono molto competitivo…

Dopo cena, esco a fare due passi e raggiungo moglie e figli al ristorante… Ancora due passi in compagnia e si va tutti a dormire, o almeno si spera di farlo…

Sabato 18. Giorno di gara, atteso due anni. Ore 4. Occhi spalancati. Mi siedo sul trono. Tutto bene. ore 5. Scendo a fare colazione. Lo stomaco è chiuso come sempre. Provo a mangiare qualcosina ma non riesco. Poco male, niente di nuovo. Preparo qualche panino da portare nel marsupio sulla bici. Li mangerò durante la frazione bike. Alimentazione già provata durante i lunghi allenamenti. Ma che ansia…che ansia…che ansia. Risalgo in camera. Recupero la sacca bianca che deve contenere gli indumenti ed il necessario per il post gara, sperando che ci sia, un post gara…. Ore 5.30. scendo nella hall, recupero una bici dell’hotel e mi dirigo verso la zona cambio. Ci è consentito rientrarvi dalle 5.30 alle 7 per gli ultimi accorgimenti. C’è buio, freddo. Rientro in zona cambio. Sono concentratissimo. Ci sono già parecchi atleti. Gonfiano le ruote, ungono le catene, fissano le scarpe ai pedali, alcuni addirittura lucidano la bici…io le ruote le ho gonfiate da giorni, la catena l’ho unta a casa, le scarpe me le infilerò comodamente da seduto e la bici sono mesi che non la lavo…ma del resto, io che cazzo ci faccio io qui?….che ansia…ah si….devo mettere i panini nel marsupio…torno in hotel. Risalgo in camera. Piero è sveglio. Inventario…mi preparo. Body da triathlon, cerotti sui capezzoli. Infilo la muta. Vaselina su collo, polsi e caviglie. Repellente per meduse su viso, mani e piedi. Occhialini, cuffia e si va. Ma che ansia…ma perché?…dovrei essere preparato…sono mesi che mi alleno, mesi di sveglie alle 5 del mattino. Prima del lavoro. Mesi di week end di uscite lunghissime in bici….forse il nuoto un po’ manca…le piscine hanno riaperto solo a giugno…ma sono pronto…cazzo!

Alessio e Piero mi accompagnano in partenza, notando la mia preoccupazione di dicono: “guarda che non vai in guerra…ti sei iscritto tu…hai pure pagato parecchio…”

Ci siamo. Le griglie sono suddivise per tempo stimato di durata frazione nuoto. Ogni atleta deve coscientemente mettersi nella griglia dove è indicato il proprio tempo. Vi sono le griglie per i 60, 70, 80, 90 e oltre 90 minuti. Su consiglio del coach Ignazio mi metto nella griglia 70. In realtà dovrei mettercene almeno 80…Realisticamente mi sono fatto un tempo finale di circa 14 ore, ma la speranza è di riuscirci in 13 così suddivise: 1h30 minuti di nuoto, 15 minuti al primo cambio, 6h30 minuti di bici, 15 minuti al secondo cambio e 4h 30 per la maratona finale. Obbiettivo principale sentirsi dire: “Roberto, you are an ironman”.

L’atmosfera è meravigliosa. Una marea di atleti, una montagna di pubblico, la musica ad alto volume, lo speaker in lingua inglese da quel tocco di internazionalità. Sono rappresentati 61 diversi Paesi. La banda suona l’inno italiano. Il mare è leggermente mosso, il cielo azzurro, il sole sale rosso all’orizzonte. Bellissimo….ma che ansia…

7.30. si parte. Si parte in rolling-start. Ogni 10 secondi partono 6 atleti. Mi viene da piangere, ho il senso del vomito, sono concentratissimo, cosa ci faccio qui?…tocca a me…aiutoooooo, 10 secondi e tocca a me. Via…sono in acqua…calma Baro…calma…ora devo gestire l’ansia da mare…ho l’acqua alla pancia, mi butto…comincio le prime bracciate, le prime respirazioni…si va..direzione prima boa. Ogni 3-4 respirazioni alzo lo sguardo a cercare la boa. In mare, le correnti, ti portano fuori rotta e alla fine rischi di allungare di parecchi metri il percorso. L’ansia se ne va prima del solito….sono in gara…vai Baro…vai. Arrivo alla prima boa di svolta, sento vibrare il Garmin, sono 500mt, si gira verso destra, ora nuoterò per circa 2km parallelo alla spiaggia, direzione Pinarella. Ho preso un buon ritmo, la muta aiuta a rimanere a galla. Ogni 200-300mt c’è una boa colorata che ti indica la direzione da seguire. Vibra il Garmin, 1000mt. Vibra, 1500mt. Vibra, 2000mt. Sono alla seconda boa di svolta. Ancora verso destra. Ora si nuota in direzione spiaggia con l’onda alle spalle, ma per soli 300mt. Altra boa di svolta. Ancora versa destra. Di nuovo paralleli alla spiaggia ma in direzione Milano Marittima. Vibra il Garmin 2500, vibra 3000. Boa di svolta, l’ultima, verso sinistra. Si rientra in spiaggia. 3500. Non mi sono mai fermato di bracciare…tocco la sabbia sotto con una mano, mi alzo, è fatta…sono 3800mt. 1h21 minuti. Bene. via gli occhialini, via la cuffia, giù la cerniera della muta. Sfilo le braccia e via di corsa verso la zona cambio tra due ali di folla. Cerco i miei con lo sguardo…sento “vai Roberto…bene…tranquillo ora…” è il coach Ignazio…proseguo di corsetta, sul tappeto rosso. Ecco i miei…sento “Papo, papo…vai papo…”Diletta, Francesco e Melania. Posizionati in zona doccia. Ne approfitto per fermarmi un attimo e lavarmi la faccia…groppo in gola, lacrimuccia…ma è ancora lunga…esco dal bagno Fantini…svolta a sinistra sul lungomare. “vai Baro…vai…non si molla un cazzo…” Piero, Alessio, Silvia e Federico all’ingresso zona cambio…magone…si va…direzione ingresso Gambrinus, la mia bici è li che aspetta…ho il punto di riferimento, faccio senza controllare i numeri. Eccola, via la muta. Sacca blu. Mi siedo. Pulisco un po i piedi dalla sabbia. Calze. Scarpe bike. Casco. Occhiali. Pettorale girato sulla schiena. Mi scolo una borraccia con maltodestrine. Accendo il Garmin sulla bici e via, di corsa all’uscita zona cambio.

Prima transazione in 10 minuti. Meglio del previsto. Si parte in bici. 180km. La frazione più lunga. Il percorso prevede di uscire da Cervia attraversando le saline. A Casemurate si imbocca la superstrada che porta verso il casello autostradale di Cesena nord. Si prosegue fino a Bertinoro, dove è prevista l’unica salita. Poi si passa per Forlimpopoli per raggiungere ancora la superstrada e rientrare a Cervia. Il tutto da ripetere due volte. Io ho preso un buon ritmo, la gamba sembra girare. 30-32km orari. Il problema è non esagerare…poi mi spetta la maratona. Devo stare attendo ad alimentarmi regolarmente ogni 30-40 minuti. Tutta la gara mi costerà circa 7000kcal. Il percorso prevede alcuni tratti a bastone, da percorrere in entrambi i sensi di marcia. In questi tratti cerco dalla parte opposta i miei compagni d’avventura del Progetto neofiti. Ecco Stefano. Lo chiamo, mi vede, ci salutiamo. È avanti di una decina di chilometri. Del resto lui a nuoto è fortissimo. Per un attimo penso di accelerare e di andarlo a prendere, ma poi la ragione prende il sopravvento e rimango del mio passo…poi mi spetta la maratona. Esco dalla superstrada, direzione Bertinoro. La strada la conosco perché è la stessa fatta due anni prima per il 70.3 e anche durante uno stage dall’allenamento del Progetto neofiti. Arriva la salita, siamo circa a 65km. Metto un rapporto molto agile per risparmiare la gamba, tanto in salita sono una vera schiappa e poi…poi mi spetta la maratona. Sono circa 3km la salita di cui solo il primo e l’ultimo tratto un po’ duri. Sono in cima, adesso giù…discesa in picchiata…55-60km/h. Forlimpopoli, di nuovo in superstrada. Casemurate. 90km…si ripete tutto. Secondo giro. Vedo Stefano…un po’ tardi per chiamarlo…mi accorgo di avergli recuperato alcuni chilometri. Ristoro del 110km e si torna indietro…di nuovo verso Bertinoro. Il cielo si è incupito. Comincia ad alzarsi un po’ di vento. Sulle colline all’orizzonte ci sono nuvole grigie. Un po’ di pioggia era comunque prevista. Ecco dall’altra parte Cristiana e Marco…bene, ci sono anche loro in gara…bene. La gamba tiene, la media è ancora oltre i 30 orari. Mollo ancora la superstrada. Bertinoro, salita. Rapporto agilissimo…stavolta metto anche il pignone 32 denti, la gamba comincia ad essere parecchio affaticata. Salgo piano piano, 7-8 km/h. altri concorrenti con bici mostruose, sganciano i pedali e accompagnano a piedi la bici in cima. Salita fatta con molta fatica, la media oraria è passata a 29km/h, di nuovo in picchiata, stavolta senza spingere…50km/h. Forlimpopoli, di nuovo superstrada. Siamo a 140km, 40 alla transazione. Il meteo è peggiorato di brutto però ho il vento dietro che mi da una mano a recuperare un po’ di forze. Comincia a piovere…mancano 30km. Temporale. Acqua a secchiate. Devo mollare la superstrada per fare rientro a Cervia, anche il vento non è più a favore…anzi…è piuttosto contrario…proprio ora, a 20km dalla fine, stanchissimo, temporale e vento contrario…che culo…dai Baro, non si molla. Concentrato. Mangia e via…attraverso le saline e rientro in Cervia, 175km, piove ancora di brutto, sono fradicio, le strade sono bagnate. Le parecchie rotonde consigliano di rallentare per non trovarsi a terra…consiglio che non tutti colgono…eccomi, seconda transazione, 6h e 10 minuti, molto meglio del previsto. Piove a dirotto. Non c’è nessuno spettatore. C’è Stefano però. È appena entrato anche lui. L’ho raggiunto, ma adesso ci spetta la maratona. Hotel Gambrinus. È li che devo mettere la bici ed è li che c’è la mia sacca rossa. Eccoci 1817. Seduto, via le scarpe bike infilo le scarpe run. Ho le calze inzuppate, ma non avevo pensato ad un cambio…speriamo bene.. Via il casco, su il cappello. Pettorale davanti. Borraccia con maltodestrine scolata. Si parte…10 minuti la seconda transazione. Sono in anticipo di 40 minuti sulle 13 ore sognate. Addirittura 1h e 40 sulle 14 ore obbiettivo minimo. Ma adesso mi spetta la maratona…la conosco…ne ho già corse altre 42…ma mai dopo 3,8km di nuoto e 180km di bicicletta. Mi sento bene, lucido, concentrato. Il percorso è previsto su 4 giri tra Cervia e Milano Marittima. Percorso molto bello. Dal lungomare si passa al centro di Cervia, le vecchie saline e si passa a Milano Marittina, anche qui si passa in centro e all’altezza del grattacielo si va sul nuovo lungomare. Rientro in Cervia dal porto canale e di nuovo lungomare. L’arrivo è previsto dopo 4 giri in spiaggia, al bagno Fantini. Il regolamento prevede che sul percorso run è consentito correre, camminare e gattonare. E allora via, sosta al chimico e via…di corsa…lenta, ma di corsa. Ripasso subito Stefano che nel frattempo si era avviato. Ha smesso di piovere. Sul percorso sono tornate parecchie persone. È tutto molto bello…peccato essere così stanco. La gamba non gira benissimo, corro a poco meno di 6 minuti al km. Siamo in tantissimi sul percorso, chi al primo, chi al secondo e forse qualcuno già al terzo e quarto giro. Incrocio qualche compagno anche del Viadana triathlon. Sul finire del primo giro, al rientro a Cervia sento urlare “vai papi…”, tutto il mio staff di supporto al completo. “vai Baro, non si molla un cazzo””vai Baro”…riparte il magone…e sembrano anche ricaricarsi le pile…tutti questi incitamenti mi consentono di fare tutto il tragitto sul lungomare con un buon passo. Completo il primo giro. Circa un’ora. Comincia a farmi male la gamba destra, comincia anche a subentrare un certo senso di appagamento perché guardando l’orologio e proiettando il tempo al finale, calcolo di poter rimanere sotto le 13 ore. Mi fa male la gamba, comincio ad alternare qualche tratto di cammino alla corsa. Come mio solito, mi faccio nella testa tante tappe intermedie. Secondo giro. Tutto bene, passo alla mezza in circa 2h15minuti. C’è ancora chiaro, la gente attorno le strade è diventata tantissima. Non mi ferma più nessuno, sono stanchissimo. Sapevo che mi sarebbero mancati i km non corsi in allenamento. Ogni 2-3km c’è un ristoro. Alterno acqua, Sali, maltodestrine e qualche sorso di coca-cola. La carica migliore arriva comunque sempre dai miei cari. Terzo giro, ultimo giro, ormai è buoi…sul porto canale mi viene incontro in bici il coach Ignazio. Sarò il primo ad arrivare del progetto. Sto camminando. “forza Roberto, è fatta, dai, piano piano…fino alla finish-line. Tra pochi metri sentirai lo speaker, dai…forza…piano piano, fino alla fine”…riparto, corro pianissimo…esco dal circuito per imboccare il corridoio che porta in spiaggia. Sono sul tappeto rosso. Il passo si fa più bello, più carico, favorito anche dal rimbalzare delle assi della passerella. Sento la musica, vedo le luci da disco proiettate in cielo, sento la mitica frase ad altri atleti…ecco i miei supporters…”vai Baro è fatta””vai papi”Vai papi vai”…svolta a destra ultimi 100mt…ultimi 50mt…cuore in gola…allargo le braccia, la speaker: “ROBERTO….CUORE GRANDE…YOU ARE AN IRONMAN”…

Urlo tutta la mia gioia racchiusa in un SEEEEEEEEEEEEE, scoppio in lacrime, una gioia immensa, una soddisfazione incredibile. 12h45minuti è durato il mio viaggio.